Il giornalismo è morto, viva il giornalismo costruttivo

Da oltre un quarto di secolo, da quando Internet è diventata parte integrante delle nostre vite, si parla della morte dei giornali e dei giornalisti. Alcuni libri hanno persino azzardato previsioni sulla data di estinzione della stampa. Tuttavia, questa visione nasce da un errore di prospettiva: abbiamo confuso la crisi di un’industria con la crisi di una professione e di un’attività umana fondamentale, quella dell’informazione.

Ciò che rischia l’estinzione, o quantomeno sta attraversando una profonda crisi, è l’industria editoriale tradizionale, non l’informazione in sé. È come se avessimo dichiarato la fine della musica solo perché le case discografiche sono andate in crisi dopo lo sviluppo del formato MP3 o predetto la scomparsa dei musicisti perché non si vendevano più dischi o CD, dopo l’affermazione dello streaming. In realtà, sono cambiate le modalità produttive, organizzative e di consumo, ma non la sostanza dell’attività.

Accettare questo cambiamento, e gestirlo, è fondamentale per avere e sviluppare una buona informazione e comunicazione sulla sostenibilità, che oggi significa tutela ambientale, ma anche impegno sociale e attenzione all’etica nei comportamenti individuali e delle organizzazioni.

L’overload di informazione e il nuovo ruolo del giornalismo

Oggi ci troviamo di fronte a un paradosso: siamo sommersi da un’overdose di informazioni (information overload), al punto che diventa sempre più difficile distinguere tra ciò che è vero e ciò che è falso. Questo fenomeno, esistente da tempo, viene adesso potenziato dall’avvento dell’intelligenza artificiale generativa, che ha reso la produzione di fake news più rapida ed economica che mai.

Proprio per queste ragioni, si apre la possibilità di trovare un nuovo ruolo e una nuova ragion d’essere per il giornalismo e i giornalisti. La chiave sta nell’ispirarsi al modello della comunicazione costruttiva, basato su principi come:

  1. Trasparenza
  2. Autocontrollo
  3. Capacità di ascolto
  4. Creazione di relazioni solide e durature
  5. Costruzione di un rapporto di fiducia

Questi elementi fanno parte del DNA naturale del giornalismo, ma devono essere espressi in forme nuove e adatte al contesto attuale. Il giornalismo contemporaneo non si limita più alla scrittura di articoli su carta stampata. Oggi esistono eccellenti esempi di giornalismo sui social media e nei podcast. Il formato tradizionale dell’articolo non è più l’unico veicolo per l’informazione di qualità.

Il giornalismo ha l’opportunità di ristabilire fiducia e trasparenza, ma per farlo deve abbandonare alcune cattive abitudini e riconsiderare il concetto stesso di notizia. Tradizionalmente, la notizia è stata definita come “ciò che interessa al pubblico”, ma questo interesse è spesso basato su presunzioni che possono portare a derive sensazionalistiche (come l’eccessiva attenzione ai contenuti virali ma irrilevanti).

Il giornalismo di rilevanza e l’AI

Il nuovo giornalismo deve concentrarsi non solo su ciò che attira l’attenzione, ma su ciò che è veramente rilevante per la vita delle persone e per le loro relazioni sociali. Deve tornare a svolgere un ruolo di certificazione della verità e dell’attendibilità delle informazioni.

Per raggiungere questi obiettivi, il giornalismo non deve contrapporsi all’intelligenza artificiale, ma utilizzarla per potenziare le proprie capacità. L’AI non dovrebbe essere usata semplicemente per automatizzare la scrittura di articoli, ma per potenziare le capacità investigative, di ricerca e di gestione dei dati dei giornalisti.

Il giornalismo non è morto, ma sta evolvendo. La sfida per i professionisti dell’informazione è quella di adattarsi a questo nuovo panorama, sfruttando le nuove tecnologie per rafforzare il loro ruolo fondamentale di guardiani della verità e fornitori di informazioni rilevanti e affidabili per la società.

Di tutto questo ragioneremo martedì 29 ottobre al Teatro Filodrammatici di Milano, a partire dalle 17.30, nell’ambito di “Comunicare bene la sostenibilità” titolo del Premio Nazionale Comunicazione Costruttiva 2024, organizzato dalla Fondazione Pensiero Solido.

Giovanni Iozzia