Attilio Lombardi è il fondatore di Ital Communications che, assieme a Italia Oggi e in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma ha realizzato l’indagine sulla qualità della vita del 2023, presentata oggi e giunta alla 25esima edizione.
Dottor Lombardi, come si articola lo studio?
“Lo studio si articola in nove dimensioni d’analisi: affari e lavoro, ambiente, reati e sicurezza, sicurezza sociale, istruzione e formazione, popolazione, sistema salute, tempo libero e turismo, reddito e ricchezza, in 14 sottodimensioni e 92 indicatori di base.”
La classifica delle province italiane per qualità della vita vede Bolzano in testa, seguita da Milano e Bologna. Quali sono i fattori che hanno contribuito a questo risultato?
“In generale, le province del Centro-Nord si confermano più performanti e resilienti, rispetto alle aree meno sviluppate del Mezzogiorno e delle Isole. Bolzano, in particolare, è una provincia che spicca per i suoi elevati livelli di benessere in tutte le dimensioni analizzate, dalla situazione economica alla qualità dell’ambiente, dalla sicurezza alla cultura.”
La ricerca conferma purtroppo la frattura tra il Centro-Nord e l’Italia meridionale e insulare. Quali sono le cause di questa disparità?
“Le cause sono complesse e storiche. Le regioni del Nord hanno beneficiato di un maggiore sviluppo economico e sociale nel corso del tempo, grazie a fattori quali la presenza di un tessuto industriale più solido, un sistema educativo più efficiente e un’offerta culturale più ricca. Le regioni del Sud, invece, hanno sofferto di una maggiore fragilità economica e sociale, aggravata dalla crisi economica degli ultimi anni. La frattura tra Nord e Sud è un problema serio per l’Italia, perché rappresenta un ostacolo alla crescita economica e sociale del Paese.”
Quali sono i dati più significativi dell’indagine?
Tra i dati più significativi, segnalo che:
• La qualità della vita è risultata buona o accettabile in 63 su 107 province.
• Il 37,2% della popolazione italiana vive in territori caratterizzati da una qualità della vita scarsa o insufficiente. In termini di popolazione, significa che 21 milioni 909mila residenti (pari al 37,2% della popolazione italiana) vivono in territori caratterizzati da una qualità della vita scarsa o insufficiente.
Erano 21 milioni 789mila un anno fa, pari al 36,9% della popolazione.
• Il Nord-Est si conferma la parte più virtuosa del nostro Paese in termini di qualità della vita.
• Il Mezzogiorno e le Isole sono la parte più penalizzata.”
Quali sono le prospettive per il futuro?
“Le prospettive sono incerte. Da un lato, la ripresa economica potrebbe contribuire a ridurre le disparità tra le regioni italiane. Dall’altro lato, i cambiamenti climatici, la guerra in Ucraina e le altre sfide globali potrebbero acuire i problemi del Mezzogiorno e delle Isole. Per questo
abbiamo voluto fornire all’opinione pubblica, alle Istituzioni e ai media italiani, uno dei più completi e analitici studi sulla qualità della vita degli italiani pubblicati nel nostro Paese, per orientarsi in modo più efficace nelle azioni da intraprendere.”.