Sam Altman, fondatore di OpenAI, che produce ChatGPT, dice bene: l’Intelligenza artificiale non è una creatura, perché non esiste in natura, ma è una costruzione dell’uomo.
Tuttavia non è neppure solo uno strumento: non è un semplice algoritmo che si limita a eseguire le istruzioni, perchè l’AI generativa e conversazionale impara ed evolve continuamente e dialoga con noi esseri umani.
Ciò significa che in primo luogo sta a chi costruisce software di intelligenza artificiale determinarne contenuti e limiti, sapendo che non tutto ciò che è tecnicamente fattibile è eticamente accettabile.
È una questione di responsabilità, che va sostenuta da regole internazionali che stabiliscano principi adeguati.
Nel frattempo, tra paure ed entusiasmi, dobbiamo puntare a essere ragionevoli, preparati e responsabili.
Per questo dopodomani, venerdì 19 maggio pomeriggio a Milano, la nostra Fondazione organizza un pomeriggio di studio dal titolo “Intelligenza artificiale. E noi? Sfide, opportunità, responsabilità.“
Presenteremo il sondaggio Youtrend/Fondazione Pensiero Solido “Gli italiani e l’intelligenza artificiale. Cosa ne pensano, cosa si aspettano.”.
A seguire, ragioneremo sull’impatto dell’AI con i rappresentanti delle grandi aziende tecnologiche dell’accademia e della ricerca.
Approfondiremo le ricadute etiche e filosofiche e quelle sul lavoro, sulla sanità, sulla attività legale, sulle persone con disabilità, sulla politica e sulla privacy e valuteremo con alcune aziende la possibilità di una “via italiana” all’AI.
L’intelligenza artificiale generativa e conversazionale non è una moda del momento. Sta a tutti noi che viviamo nelle democrazie occidentali fare in modo che sia al nostro servizio e non diventi uno strumento di prevaricazione.