Professor Ruben Razzante, lei è stato nominato consulente della Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza, presieduto dalla senatrice a vita Liliana Segre.
Qual è il ruolo della Commissione nel contrastare l’odio online?
“Innanzi tutto, mi lasci dire che sono molto onorato e che darò il meglio di me stesso per essere all’altezza di questa sfida. Per rispondere alla sua domanda, la Commissione ha il compito di osservare, studiare e intervenire sui fenomeni di intolleranza e discriminazione online, lavorando per contrastare l’odio in tutte le sue forme e proteggere i valori fondamentali di rispetto e tolleranza.”
Lei è docente di Diritto dell’informazione all’Università Cattolica di Milano. Per la sua esperienza, come valuta l’impatto delle tecnologie digitali e dei social media sulla diffusione dell’odio?
“Le tecnologie digitali e i social media hanno amplificato il problema dell’odio online a una scala senza precedenti, offrendo una piattaforma globale per esprimere ideologie discriminatorie. È essenziale affrontare questo fenomeno con un approccio olistico, che coinvolga regolamentazioni efficaci, interventi repressivi mirati, sensibilizzazione delle piattaforme e una attività culturale profonda.”
Questi amplificatori però amplificano un sentimento pre esistente. Qual è l’importanza di affrontare le radici dell’odio, oltre che le sue manifestazioni online?
“È fondamentale comprendere le radici dell’odio per contrastarlo efficacemente. Per questo le politiche anti-odio dovrebbero mirare non solo a combatterne le manifestazioni online, ma anche a promuovere una cultura di rispetto e comprensione reciproca fin dalla base, attraverso l’educazione e il conseguente cambiamento culturale.”
Torniamo online. Quali sono le misure che le istituzioni dovrebbero adottare per contrastare l’odio sul web?
“Le istituzioni devono impegnarsi a sviluppare politiche che responsabilizzino le piattaforme digitali, chiedendo loro di adottare misure efficaci per monitorare e moderare i contenuti discriminatori. Queste regolamentazioni dovrebbero garantire la protezione della libertà di espressione senza compromettere la sicurezza degli utenti.”
In questi ultimi mesi, assistiamo in particolare all’aumento dell’odio antisemita online rispetto agli anni precedenti…
“La polarizzazione antisemita online ha raggiunto livelli senza precedenti dopo l’azione terroristica di Hamas del 7 ottobre 2023. È essenziale che gli operatori delle piattaforme intensifichino gli sforzi di monitoraggio e moderazione dei contenuti discriminatori.”
È sufficiente?
“È la condizione di partenza, ma è necessario un impegno collettivo tra istituzioni, utenti, piattaforme sociali e organizzazioni dedicate per promuovere una cultura di rispetto e accettazione online. Solo così potremo sperare di creare un ambiente online che rifletta i valori di convivenza pacifica e rispetto per la diversità.”
Qual è il ruolo specifico delle istituzioni nella lotta contro l’odio antisemita online?
“Le istituzioni devono sviluppare politiche che responsabilizzino le piattaforme digitali a monitorare e moderare i contenuti discriminatori. Queste regolamentazioni devono bilanciare la libertà di espressione con la protezione degli utenti. L’applicazione puntuale del Digital Service Act dell’Unione europea, che ora è in vigore anche nel nostro paese è la via da seguire.”
Infine, come può ciascuno di noi contribuire in generale alla lotta contro l’odio online?
“Ciascuno di noi può contribuire promuovendo una cultura di rispetto, tolleranza e comprensione reciproca, respingendo attivamente l’odio in tutte le sue forme. L’educazione gioca un ruolo chiave in questo processo, poiché aiuta a combattere l’odio fin dalla sua radice, insegnando alle persone i valori fondamentali di rispetto e tolleranza. L’educazione è fondamentale. Dobbiamo promuovere una cultura di rispetto e tolleranza fin dalla più tenera eta, per creare una società che respinga attivamente l’odio in tutte le sue forme.”